Centrale elettrica FRI-EL GEO

La svolta geotermica parte da Bolzano “Da 220 milioni un valore di 4 miliardi”

CORRIERE DELL’ALTO ADIGE

Fri-El Geo ha individuato cento siti potenziali, il primo è già in costruzione a Ferrara

bolzano Ben cento siti geotermici solo nella pianura Padana, un investimento da 220 milioni che entro il 2030 potrebbe valere quattro miliardi. È la scommessa di Fri-El Geo, il gruppo guidato dalla famiglia bolzanina Gostner che oggi conta più di mille megawatt di capacità energetica pulita già installata e che oggi vuole aggiungere ancora un tassello: il geotermico.

 

«L’Italia, nonostante un sottosuolo tra i migliori al mondo per la geotermia, ha una dipendenza energetica dall’estero elevatissima che oggi possiamo andare a correggere — afferma Ernst Gostner, amministratore delegato dell’azienda — Sono oltre un centinaio i siti che abbiamo identificato in pianura Padana che potrebbero ospitare i nostri impianti, in grado di produrre abbastanza energia termica da riscaldare, 24 ore su 24, sette giorni su sette, circa 120 mila abitazioni e che potrebbe far risparmiare 40 mila tonnellate di anidride carbonica ogni anno. Purtroppo nessuno di questi si trova in Alto Adige perché i serbatoi carbonatici (fondamentali per i processi di estrazione del calore) qui sono troppo in superficie per essere adatti alla geotermia». Al momento, Fri-El Geo sta costruendo un sito a Ostellato, in provincia di Ferrara, che sarà operativo nel 2025. «Siamo rimasti colpiti da quanto procedano speditamente le operazioni di questo tipo. Grazie a spazi sicuri e un impatto sull’ambiente che si potrebbe definire a zero, le autorizzazioni per costruire questo genere di impianti arrivano in circa dieci mesi, e sono gli stessi amministratori locali a cercarci. Per le centrali idroelettriche invece possono passare anche dieci anni», commenta Gostner.

In Germania, nell’area di Monaco di Baviera, questi impianti sono già realtà anche grazie a un impatto ambientale ridotto. Il calore, in questo tipo di impianti detti a «media entalpia», è l’unica cosa che viene prelevata dal sottosuolo grazie allo scambio tra un liquido e le rocce magmatiche. Da qui l’energia termica: pulita e producibile all’infinito. Certo, i costi iniziali sono elevati, ma vengono ammortizzati in un paio d’anni e tutto questo non va solo a beneficio dell’ambiente ma anche degli utenti, rassicura Gostner: «La bolletta del riscaldamento costerebbe di meno e posso dirlo perché stiamo già incontrando dei partner per la distribuzione ai quali offriamo dei costi inferiori a quelli pagati oggi per il gas».

La vera svolta per il settore geotermico potrebbe arrivare ora dal governo. Il settore sta spingendo sul ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin per ottenere gli incentivi che possono rappresentare il vero cambio di passo: «Lo abbiamo incontrato già due volte e il ministro ci è parso interessato e potrebbe darci un grande aiuto a lavorare». In questa cornice va a inserirsi il progetto «Pangea» del gruppo guidato dai Gostner: cento impianti per abbattere 17,3 megatonnellate di Co2 nel nord Italia, riducendo del 15% l’utilizzo di gas nazionale fossile. Dopo Ostellato, il prossimo cantiere dovrebbe nascere a Pavia, seguito da altri quattro o cinque impianti nel Milanese. Fri-El Geo spera poi di riuscire a triplicare questi numeri ogni anno. 

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